Cooperative Compliance in attesa del via libera del Governo

Il decreto legislativo sulla certezza del diritto, che introduce il regime dell´adempimento collaborativo (o cooperative compliance), attende ora il via libero definitivo del Consiglio dei Ministri e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

 

Dopo il benestare della Commissione Finanze, il provvedimento ha infatti ricevuto responso favorevole anche dalla Commissione Bilancio.

 

Sul nuovo regime della cooperative compliance, nello specifico, l´organismo parlamentare ha preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che l´Agenzia delle Entrate potrà far fronte ai propri compiti con risorse già disponibili, quindi senza necessità di ulteriore budget.


Inoltre, «l´effetto positivo sul livello di adempimento spontaneo da parte dei contribuenti conseguente all´adesione al regime (...) può contribuire a compensare la diminuzione di gettito derivante dalla riduzione della metà delle sanzioni applicabili ai soggetti che hanno comunicato i rischi di natura fiscale alla medesima Agenzia». 


Quanto al percorso di attuazione della Delega fiscale 2014, il Governo ha approvato venerdì scorso in prima lettura altri cinque decreti legislativi. Tra questi, di particolare rilievo è quello di riforma del sistema sanzionatorio penale e amministrativo delle fattispecie tributarie.


Il provvedimento, che prevede criteri di predeterminazione e proporzionalità alla gravità dei reati, punta a inasprire le condotte fraudolente e alleggerire quelle ritenute meno gravi.  In riferimento alla frode fiscale, le modifiche riguardano dunque l´elencazione delle condotte fraudolente che si hanno quando: 1) si mettono in atto operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente, o artifizi per ostacolare l´attività di accertamento; 2) il contribuente si avvale di documenti falsi, fatture false o altri mezzi fraudolenti.


Viene poi rivista la soglia di punibilità penale in relazione all´ammontare dei ricavi non dichiarati, che deve essere superiore a 1,5 milioni di euro (anziché un milione). Il tetto viene elevato anche per la dichiarazione infedele, sanzionabile al di sopra dei 150mila euro di imposta evasa (contro gli attuali 50mila); e il reato scatta anche quando l´imponibile evaso supera i 3 milioni di euro (prima il limite era di 2 milioni) o comunque il 10% del totale dei ricavi.


Per quel che riguarda l´omesso versamento IVA, il decreto introduce infine una soglia di punibilità pari a 250mila euro per ciascun periodo di imposta, al di sotto della quale si applicano le sanzioni amministrative.