Decreto sulla certezza del diritto al vaglio delle Commissioni Bilancio e Finanze

Dopo il secondo esame preliminare del Consiglio dei Ministri, lo schema di decreto legislativo sulla certezza del diritto è al vaglio delle Commissioni Bilancio e Finanze, che dovranno esprimere un parere definitivo rispettivamente entro il 30 luglio e il 2 agosto.

 

Il provvedimento, parzialmente rivisto, disciplina il regime dell´adempimento collaborativo, istituito dall´articolo 3 per promuovere l´adozione di forme di comunicazione e di cooperazione rafforzate, basate sul reciproco affidamento tra l´amministrazione finanziaria e le società di maggiori dimensioni, nonché di favorire nel comune interesse la prevenzione e la risoluzione delle controversie in materia fiscale.

 

Per accedere al nuovo regime dell´adempimento collaborativo è necessario che il contribuente sia dotato di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, ovvero del rischio di operare in violazione di norme o di principi tributari. 

 

L´adesione è subordinata al possesso di determinati requisiti (articolo 4) e comporta l´assunzione di alcuni doveri per l´amministrazione finanziaria e per il contribuente (articolo 5): tra quelli dell´Agenzia delle Entrate, c´è la pubblicazione periodica sul sito delle operazioni ritenute di pianificazione fiscale aggressiva.

 

Gli effetti del nuovo regime si sostanziano in vantaggi per entrambe le parti e risiedono principalmente in un sollecito e preventivo esame dei casi dubbi, e nella correlata riduzione dei controlli successivi e dell´eventuale contenzioso. 

 

Nella prima fase di applicazione, il regime è riservato ai contribuenti di maggiori dimensioni (con fatturato superiore ai 10 miliardi di euro) e a quelli che hanno aderito al progetto pilota avviato in via sperimentale nel 2013. In seguito potranno essere ammessi, con decreto ministeriale, i contribuenti con fatturato superiore a 100 milioni di euro, ovvero appartenenti a gruppi di imprese (articolo 7). 

 

Rispetto alla formulazione originaria, il secondo esame del Consiglio dei Ministri non ha comportato modifiche al regime di cooperative compliance. Non sono state accolte, infatti, molte delle osservazioni elaborate dalle Commissioni, tra cui quella che invitava il Governo a regolare la rilevanza penale della fattispecie relativa ai rischi fiscali comunicati dal contribuente in modo tempestivo ed esauriente all´Agenzia delle entrate (nell´ipotesi in cui la stessa Agenzia non ne avesse condiviso la posizione).

 

Al riguardo, il Governo ha affermato che l´inserimento di una apposita previsione sarà valutato nel corso della procedura che porterà alla approvazione del decreto legislativo in materia di revisione del sistema sanzionatorio.

 

La nuova relazione illustrativa predisposta il 21 luglio scorso evidenzia, infatti, come lo scopo del decreto in esame sia quello di consolidare la rilevanza della materia fiscale nell´ambito dei controlli interni e di favorire la realizzazione di un sistema integrato di controlli che permetta il monitoraggio di tutti i rischi rilevante ai sensi della legislazione vigente, non ultimo il Decreto 231

 

«Nel complesso - conclude la relazione - le misure contenute nel presente schema di decreto legislativo, agendo simultaneamente dal lato della certezza del diritto, del raddoppio dei termini per l´accertamento e del miglioramento del rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente, non potranno che comportare effetti benefici sull´intero sistema tributario, con ricadute positive anche in termini finanziari».