Obblighi antiriciclaggio, proposta di depenalizzazione

Il Consiglio dei Ministri di venerdì 13 novembre ha dato via libera preliminare a due schemi di decreto legislativo, in materia di depenalizzazione e abrogazione di reati. L´obiettivo della riforma, in attuazione della legge delega 67/2014 approvata dal Parlamento ad aprile dell´anno scorso, è quello di trasformare alcune fattispecie di lieve entità in illeciti amministrativi o civili: per rendere più incisiva la sanzione e deflazionare il sistema processuale penale. 

 

Rispetto a questi casi "minori”, infatti, il Governo ritiene che abbia maggior capacità preventiva una sanzione certa in tempi rapidi (pur meno afflittiva), «che la minaccia di un processo penale lungo e costoso che per il particolare carattere dell´illecito e per i tempi stessi che scandiscono il procedimento penale rischia di causare la mancata sanzione»

 

I due schemi di decreto, che riprendono le proposte della commissione ministeriale presieduta dal professor Francesco Palazzo, si articolano in interventi sui codici penale e civile, e sulle leggi speciali.  

 

In conseguenza al provvedimento di abrogazione, il catalogo degli illeciti civili dovrebbe dunque arricchirsi di reati quali l´ingiuria ed il furto del bene da parte di chi ne è comproprietario. Mentre, con riferimento alla depenalizzazione, il criterio generale seguito è quello di convertire in illeciti amministrativi i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell´ammenda, eccezion fatta per alcune fattispecie quali ad esempio quelle ambientali e in materia di sicurezza sul lavoro.

 

Di particolare importanza la depenalizzazione che investe la normativa antiriciclaggio. Non avranno più rilievo penale, infatti, molte delle condotte oggi punite dal D. Lgs. 231/2007, tra cui l´omessa identificazione della clientela. Ma non viene invece toccata la discussa disposizione di cui all´art. 52, riguardante gli obblighi di comunicazione imposti all´Organismo di Vigilanza "231".