FCPA

Pochi giorni fa, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rigettato la prima petition for a writ of certiorari relativa alla corruzione internazionale e, più in generale, al Foreign Corrupt Practices Act del 1977 (FCPA), il cui scopo era ottenere chiarimenti su questioni di puro diritto.

 

Il background. Nel 2011, la District Court del sud Florida ha condannato per tale reato due ex dirigenti di una compagnia di telecomunicazioni americana, per aver corrisposto oltre 890 mila dollari a titolo di tangenti a funzionari di una compagnia haitiana del medesimo settore.

 

Nel maggio di quest´anno, il giudice di appello ha confermato la pronuncia, ritenendo la società estera una "instrumentality” del governo di riferimento e "foreign officials” i funzionari stranieri coinvolti.

 

Nello specifico, la Corte ha fatto propria un´interpretazione estensiva di tali termini, statuendo che una relazione di strumentalità ricorre ogni qual volta un ente eserciti talune funzioni "governative” e risulti in qualche modo controllato dal governo di riferimento.

 

I Giudici hanno poi elaborato una serie di criteri - molti dei quali già nella Resource Guide di DOJ e SEC del 2012 - volti a stabilire, in concreto, se tale relazione di strumentalità sussista o meno.

 

L´FCPA, si ricorda, vieta - tra l´altro - l´esecuzione di pagamenti in favore di ufficiali stranieri, intesi come "any officer or employee of a foreign government or any department, agency, or instrumentality thereof”.

 

Per stabilire dunque se vi sia o meno "instrumentality”, secondo i giudici di appello occorre avere riguardo alla formale compagine societaria; ad eventuali partecipazioni governative ed al loro ammontare; al potere in capo al governo di assumere o licenziare il personale dipendente; alla misura in cui i profitti dell´ente arrivano nelle casse dello stesso e, specularmente, all´ammontare di eventuali finanziamenti governativi.

 

Le reazioni. Sono state dunque respinte le doglianze difensive relative all´eccessiva ampiezza dell´interpretazione fornita di tali termini. Doglianze che neppure la Corte Suprema prenderà in considerazione.

 

Nonostante infatti l´indubbia rilevanza della questione proposta, il massimo giudice ha rifiutato di riesaminare il caso, probabilmente in ragione del fatto che a livello giurisprudenziale non vi è sul punto alcun contrasto da dirimere.

 

Tale decisione ha suscitato la perplessità di molti operatori del giudiziario. Il Procuratore Generale statunitense Lenny Breuer ad esempio ha evidenziato, in una recente dichiarazione ufficiale, come il mancato intervento della Suprema Corte su tale questione sia circostanza grave che rischia di avere in futuro serie ripercussioni sull´equità della giustizia internazionale.