Anticorruzione, il DDL Grasso è legge

È stato approvato in via definitiva a Montecitorio il disegno di legge con "Disposizioni in materia di delitti contro la pubblica amministrazione, di associazioni di tipo mafioso e di falso in bilancio”. 

 

Il testo presentato oltre due anni fa da Piero Grasso, riveduto e corretto da Parlamento e Governo, ha superato l´ultimo esame con 280 voti favorevoli, 53 contrari e 11 astenuti, senza modifiche rispetto alla versione licenziata al Senato

 

La nuova legge (vedi articolo AODV231) interviene anzitutto su alcuni reati contro la PA (peculato, corruzione e induzione indebita), aumentandone le pene. La concussione scatterà non solo per il pubblico ufficiale, ma anche per l´incaricato di pubblico servizio; e alcune pene accessorie, come l´incapacità di contrattare con la PA, avranno una durata maggiore. 

 

Previsto un consistente sconto di pena per chi fornirà prove e aiuterà ad individuare i responsabili o recuperare le somme collegate al reato. E condizione per accedere al patteggiamento, o avvalersi della sospensione condizionale della pena, sarà la restituzione del "maltolto”.

 

Vengono poi inasprite le sanzioni per l´associazione per delinquere di stampo mafioso: si va ora da 10 a 15 anni per i meri partecipanti (prima da 7 a 12); da 12 a 18 anni per organizzatori e promotori (prima 9-14). Aumentate anche le condanne per l´associazione armata, fino a 26 anni di reclusione.

 

Il testo reintroduce il reato di falso in bilancio, dopo la depenalizzazione del 2002. La pena base va da 1 a 5 anni, ma è ridotta da 6 mesi a 3 anni per i fatti di lieve entità o commessi all´interno di enti non soggetti a fallimento. Mentre è prevista la possibilità di applicare il nuovo istituto dell´improcedibilità per particolare tenuità del fatto, ma non per chi falsifica il bilancio di società quotate in borsa (che rischia una pena da 3 a 8 anni di reclusione). 

 

Sanzioni più severe, inoltre, per le società e gli amministratori che falsificano i bilanci. La legge modifica infatti il Decreto 231, aggiungendo all´art. 25-ter la previsione di una pena pecuniaria da 200 a 400 quote per l´ipotesi base di false comunicazioni sociali. Pena che sale da 400 a 600 quote in caso di società quotate. 

 

Aumentano infine i poteri dell´A.N.AC., nei cui confronti ci sarà l´obbligo informativo da parte del PM che esercita l´azione penale per reati di corruzione. Obblighi di informazione semestrale anche per le stazioni appaltanti: su bandi di gara, partecipanti, importo di aggiudicazione, tempi di completamento dell´opera, importo delle somme liquidate. L´Authority presieduta da Raffaele Cantone avrà compiti di vigilanza pure sui contratti pubblici ai quali non si applica il Codice degli appalti. «Credo che il DDL anticorruzione - ha commentato Cantone poche ore prima del via libera finale - sia quanto di meglio possibile».