231 e Terzo Settore

Sintesi del Laboratorio 231 del 20 settembre scorso
Avv. Maria Antonietta Procopio
 
 

Lo scorso 22 settembre, si è tenuto il Convegno "231 e Terzo Settore", organizzato da AODV231 con il Dipartimento di Scienze giuridiche della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Ha inaugurato l'evento il Prof. Antonio Albanese, Direttore del predetto Dipartimento, introducendo il tema del necessario coordinamento tra i Modelli organizzativi predisposti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 e gli adeguamenti di carattere civilistico richiesti dalla riforma degli enti del Terzo settore (ETS).

 

L'Avv. Mara Chilosi, Presidente di AODV231, ha proseguito nei saluti introduttivi, soffermandosi sull'esigenza di soluzioni applicative specifiche e segnalando alcune criticità del Terzo settore, quali la varietà degli ambiti di operatività e delle forme organizzative e gestionali, nonché l'esigenza di una maggiore diffusione della cultura della compliance.
 

L'intervento del Prof. Andrea Perrone, Ordinario di Diritto Commerciale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del CESEN (Centro studi sugli Enti ecclesiastici e sugli altri enti senza fini di lucro) ha offerto una panoramica generale sulla riforma del Terzo settore del 2017. Il relatore ha chiarito la distinzione tra la disciplina prevista per gli ETS in senso stretto e per le imprese sociali, passando in rassegna i requisiti per l'accesso a regimi promozionali connessi alla funzione pubblica assolta da tali enti. Concludendo, il Prof. Perrone ha evidenziato che la riforma ha favorito un Modello di ETS "forte", che richiede ai soggetti interessati un significativo sforzo di compliance con importanti effetti anche in termini economici.

 

Traducendo in chiave operativa i temi introdotti dai precedenti relatori, il Prof. Marco Grumo, Associato di Economia Aziendale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, ha illustrato le caratteristiche di un Modello-tipo per gli enti del Terzo settore. Auspicabilmente, secondo il relatore, il MOCG deve essere uno strumento di rafforzamento dell'organizzazione, in linea con le dimensioni e le specificità di ciascun ente, in una logica di "customizzazione" del Modello e di integrazione con altri presidi di controllo interno.

 

Il tema della "fluidità endogena" propria degli ETS è stato anche al centro della relazione della Dott.ssa Monica Poletto, Coordinatrice del tavolo legislativo del Forum del Terzo settore e membro del Consiglio Nazionale del Terzo settore. Nell'elaborazione del Modello 231 occorre tenere conto di una serie di elementi di complessità. La natura di questi enti, infatti, è particolarmente mutevole e risente di una molteplicità di fattori, come ad esempio la frequente variazione della compagine associativa, che può comportare costanti adeguamenti nell'assetto generale dell'organizzazione. Rileva, poi, particolarmente il carattere non lucrativo, che si traduce in una maggiore preponderanza del fattore umano nei processi decisionali.

 

L'intervento della Dott.ssa Claudia Fiaschi, Vice Presidente Confcooperative, ha offerto ulteriori spunti sul tema, evidenziando come l'assetto normativo vigente comporti per gli ETS una stratificazione onerosa dei controlli. La relatrice ha anche richiamato i contenuti delle Linee Guida elaborate dalla confederazione di settore per la redazione dei Modelli 231, che devono tenere conto della realtà dimensionale dell'ente, garantire un assetto di governance democratico e prevedere funzioni di controllo interno specifiche, in aggiunta a quelle già stabilite dalle norme civilistiche.

 

L'evento si è concluso con l'intervento dell'Avv. Andrea Milani, Vice Presidente di AODV231 che, focalizzandosi sui profili di responsabilità penale, ha ribadito l'importanza del fenomeno dei raggruppamenti di ETS.  Secondo il relatore, infatti, la tutela 231 non deve essere incentrata sul singolo ente, bensì sviluppata nell'ottica di armonizzare i MOGC del gruppo, anche grazie allo scambio informativo tra i relativi Organismi di Vigilanza. Ad avviso dell'Avv. Milani, la funzione dell'OdV, specialmente nella fase di iniziale implementazione del Modello 231, è quella di un "ammortizzatore", che promuove la graduale diffusione della cultura della prevenzione nella compagine dell'ente. Il Modello, oltre ad assolvere ad una finalità preventiva ed esimente, può favorire l'efficientamento organizzativo, rivelandosi, prima ancora che un onere, un valido strumento di supporto per la gestione dell'ente.   

Gli atti del Laboratorio 231 restano a disposizione sul sito di AODV231.