Il ruolo della compliance 231 nelle società sottoposte a misura di prevenzione patrimoniale

Sintesi del Laboratorio 231 del 12 maggio scorso

Avv. Lorenzo Nicolò Meazza


 

Lo scorso 12 maggio, presso la Sala Napoleonica di Palazzo Greppi in Milano, si è tenuto il primo evento in presenza, dopo il periodo pandemico, dal titolo "Il ruolo della compliance 231 nelle società sottoposte a misura di prevenzione patrimoniale", organizzato da AODV231, da Advisora e dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università degli Studi di Milano.

 

La fase dei saluti istituzionali è stata inaugurata dalla Prof.ssa Marilisa D'Amico, Prorettore alla legalità e alla trasparenza presso l'Università degli Studi di Milano, che ha rappresentato quali siano gli ingenti sforzi in materia di compliance che sta mettendo a punto l'Ateneo, mentre il Dott. Fabio Roia, Vicario del Tribunale di Milano, Presidente della Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, ha subito sottolineato l'importanza di estendere la cultura antimafia anche agli enti che non appartengono strettamente ai circuiti legati alla criminalità organizzata, al fine di porre un argine ai "nuovi" fenomeni delittuosi nelle aziende, spesso legati alla commissione di reati fiscali o di caporalato.

 

L'Avv. Marcella Vulcano, Presidente di Advisora, ha posto l'accento sull'importanza dell'adozione, nelle società sottoposte a controllo giudiziario, amministrazione giudiziaria e prevenzione collaborativa, di una compliance integrata a supporto del progetto condiviso tra Stato e impresa di bonifica delle posizioni critiche a tutela del valore azienda.
 

L'Avv. Mara Chilosi, Presidente di AODV231, ha terminato l'introduzione al Laboratorio evidenziando l'importanza della compliance non solo in chiave preventiva, ma anche di bonifica dell'impresa colpita da fenomeni illeciti.

 

Ha così preso la parola il moderatore dell'evento, Prof. Marco Scoletta, Docente di Diritto Penale presso l'Università degli Studi di Milano, che ha rimarcato la rinnovata importanza dell'avvocato penalista nelle imprese e il mutamento del ruolo assunto dal diritto penale: da repressivo a preventivo e riparatore.

 

Della fondamentale importanza del risk assessment e della gap analysis, fasi a volte sottovalutate nella redazione del Modello di Organizzazione, ha parlato l'Avv. Renato Colavolpe, Componente del Collegio dei Probiviri AODV231, socio Advisora, mentre il Dott. Roberto Paese, Dottore Commercialista, socio di Advisora, ha condiviso la propria esperienza come amministratore giudiziario in una società attinta da una misura di prevenzione patrimoniale.

 

È, quindi, arrivato il turno dell'Avv. Enrico Maria Giarda, Studio Legale Giarda, il quale si è focalizzato, alla luce di alcuni casi pratici trattati personalmente, sul rapporto del difensore con l'amministrazione giudiziaria e sulle difficoltà di interlocuzione tra le varie parti coinvolte nel procedimento di prevenzione.

Il Prof. Costantino Visconti, Docente di Diritto Penale presso il D.E.M.S. dell'Università degli Studi di Palermo, ha successivamente trattato della genesi delle misure di prevenzione patrimoniali a tutela dell'integrità dell'azienda nel nostro ordinamento, ritenendo positivo il superamento in giurisprudenza dell'interpretazione volta a ritenere insufficienti di per sé gli strumenti di compliance di una società in caso di commissione del reato (teoria del "post hoc propter hoc").

 

L'Avv. Iole Anna Savini, Consigliere e Responsabile Redazione AODV231 e Presidente Transparency International Italia, ha proseguito i lavori con un intervento sull'importanza della prevenzione e delle buone pratiche per garantire l'integrità aziendale. Trattando del suo incarico come presidente dell'OdV di una società attinta da misura di prevenzione, l'Avv. Savini ha condiviso la propria esperienza in una situazione in cui, accanto alle attività tipiche dell'Organismo di Vigilanza, si deve affiancare un confronto continuo con il team dell'amministrazione giudiziaria.

 

Infine, il Dott. Ciro Santoriello, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ha tratto le conclusioni degli argomenti affrontati nella densissima giornata di lavori. Se, da un lato, è stata evidenziata l'inutilità del Modello 231 all'interno di una società intrinsecamente mafiosa, d'altro canto il magistrato ha ricordato la centralità della compliance come forma di gestione del rischio reato e la necessità di non andare a ingessare l'attività d'impresa con troppi vincoli e procedure che si rivelerebbero inutili e inefficaci.

 

Gli atti del Laboratorio 231 restano a disposizione sul sito di AODV231.